VOGLIO ESSERE: A Visual Art Exhibition
Dall’8 al 17 marzo si aprirà Voglio Essere, una collettiva di arte contemporanea a Limena, in provincia di Padova. E’ un’iniziativa importante, al femminile, perché il tema di ispirazione è la violenza sulle donne, in tutte le sue manifestazioni. L’arte diventa, quindi, strumento ed espressione creativa, per far diffondere un messaggio universale e senza tempo, ma purtroppo sempre molto attuale. La curatrici della mostra hanno voluto, però, che le opere non comunicassero dolore e tristezza, ma valori positivi, perché dietro a queste opere di vario genere e stile c’è la speranza che la brutalità subita da tante donne in tutto il mondo scompaia per sempre e dovunque.
VOGLIO ESSERE
-I want to be- Je veux être- Quiero ser – Ich möchte in der-
Unë dua të jem- Ik wil – איך ווילן צו זיין – Vreau să fie-
A Visual Art Exhibition
VOGLIO ESSERE è un’esposizione di arte contemporanea che si terrà a Limena, Padova, nel suggestivo Oratorio seicentesco della Beata Vergine del Rosario – sito in Via Roma 44, Limena – dall’8 al 17 marzo 2013.
La vernice della mostra è organizzata per il giorno 8 marzo alle ore 18.00 ad ingresso libero. La mostra è visitabile ogni giorno, escluso il lunedì, con ingresso libero, dalle ore 16.30 alle ore 20.00.
La mostra è organizzata dall’Assessorato alla Cultura e dal Comune di Limena in collaborazione con l’associazione Artemisia.
La direzione della mostra è dell’Assessore Stefano Toubai.
La mostra è a cura di Chiara Coltro, Barbara Codogno, Nicoletta Furlan.
L’esposizione è inoltre patrocinata da Turismo Padova Terme Euganee e AIDDA Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda.
Espongono gli artisti: Laura Stefani; Silvia Ferrara; Maurizia Manfredi; Adolfina De Stefani; Mara Ruzza; Claudia Fabris; Vanilla Ragana; Elena Candeo; Greta Bisandola; Marta Czok; Federica Fontolan; Claudia Bortolato; Gruppo Cytric ( David Selovin e Arianna Ferrazin).
Si segnala inoltre che, durante la vernice, l’artista Claudia Fabris realizzerà la performance: LA BAMBOLA. Sinossi in “elenco artisti e loro opere”.
La giornata internazionale della donna ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ma anche, purtroppo, le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. E se negli anni ’50 regalare i fiori di mimosa l’8 marzo era considerato un atto turbativo dell’ordine pubblico, oggi l’8 marzo è una data universalmente riconosciuta. Come lo è il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne. Sono date significative in cui è indispensabile affrontare l’argomento della violenza sulle donne dal punto di vista politico, sociale e civile.
Un fenomeno che diventa paradossalmente sempre più grave perché sempre più grave è il patimento delle donne a partire dagli stupri subiti, perché coinvolte nella tratta di esseri umani o nelle guerre e perché vittime della violenza domestica, di quella etnica o religiosa.
“Non è una data che va semplicemente celebrata” spiega l’Assessore Stefano Toubaì, il quale ha profondamente voluto questa collettiva “Esposizioni come queste non sono semplicemente una risposta istituzionale a un problema o approfondire le tragiche pagine di storia e quelle ancor più tragiche di cronaca del nostro Paese. Essere dalla parte del cittadino e della società civile significa necessariamente essere dalla parte delle donne che subiscono violenza, essere veramente dalla parte di tutte quelle donne che pagano ancora una cultura di discriminazione e violenza. Ho sposato con grande gioia l’idea delle curatrici, le quali hanno scelto l’arte, la bellezza e la speranza per ridisegnare le fondamenta sociali di un futuro migliore”.
“Voglio essere è un canto di speranza e di libertà” spiega Chiara Coltro che ha pensato il titolo della mostra “con queste due piccole parole in cui c’è volontà ma soprattutto il bisogno di essere, di diventare se stessi, si fa dire alla donna della sua esigenza di esprimersi, di manifestare il suo universo, in tutte le le sue sfaccettare controverse, contraddittorie, acute, profonde, magiche, poetiche”.
Attraverso una selezionata rosa di artisti contemporanei di livello nazionale le curatrici invitano il pubblico a riflettere, a prendere coscienza e posizione: “Si è voluto creare un percorso suggestivo e dal grande impatto emotivo rintracciando nel contemporaneo quelle radici linguistiche, sperimentali e di ricerca che sono i tratti distintivi dei grandi artisti presenti in questa collettiva” spiega Barbara Codogno.
Spicca infatti sull’altare il grande Cuore in fiamme di Laura Stefani realizzato con materiale di recupero. Adolfina De Stefani e Mara Ruzza ci regalano due magnifiche installazioni monocrome. Se De Stefani ci propone una riflessione contemporanea – quanto mai provocatoria e lucida – su Alice, Ruzza ci precipita nell’universo poetico delle sue metamorfiche crisalidi. Marta Czok interviene con la sua consueta satira analizzando aspetti intimi del femminile sia nella storia che nella società contemporanea. Claudia Fabris propone una performance dall’emblematico titolo “LA BAMBOLA” e un’installazione site specific e l’esposizione di alcune sue fotografie. Molto presente la fotografia in questa collettiva: con opere rubate al reportage di costume come quelle realizzate da Silvia Ferrara; opere fortemente simboliche e engagée come quella proposta del Collettivo Citric. E fotografie dal grande potere ipnotico, quasi onirico, come quelle proposte da Claudia Bortolato.
Anche gli interventi di Federica Fontolan si muovono decisamente verso l’aspetto installativo: l’artista propone un’opera in movimento e affida al linguaggio morse il suo messaggio, che è un omaggio al titolo della mostra.
Mentre decisamente pittorico, fatta eccezione per Maurizia Manfredi che espone anche le sue sculture, è l’intervento di Elena Candeo, Greta Bisandola e Vanilla Ragana. Tre punti di vista sul femminile: tre sguardi giovani che sanno cogliere nel profondo e con grande introspezione la contemporaneità dell’universo donna e le sue infinite sfaccettare.
“Questa mostra va senz’altro inserita nell’arte sociale” specifica Nicoletta Furlan. Perché oltre a denunciare la gravità di un fenomeno, per molti versi ancora sommerso, con questa mostra le curatrici vogliono stimolare una riflessione sulla possibilità della donna “di diventare ciò che vuole e che sogna”.
Un’occasione per tenere alta l’attenzione sui sogni, sui desideri, sulle speranze e sul mondo così come lo vedono e lo sentono le donne.
Un mondo che tutti noi vogliamo senza più violenza sulle donne.
Laura Stefani:
Nata a Padova, dove si laurea in Linguistica Generale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, e dove vive e lavora. Autodidatta, scoperte le potenzialità della plastica di scarto, dal 2007 prende parte a diverse mostre. Opera esposta: “CUORE IN FIAMME”, plastica di scarto, metallo, 2009, 170 x 160 cm. Una cinquantina circa di bottiglie di plastica danno vita ad un grande cuore, la più semplice ed elementare delle dichiarazioni d’amore, pur tuttavia intensa e vibrante.
Silvia Ferrara:
Psicologo, psicoterapeuta specializzata in psicologia clinica, collabora con il Servizio di Assistenza Psicologica dell’Ateneo. Interesse scientifico per la psicopatologia, la cura e la prevenzione dei Disturbi Alimentari, su cui ha svolto il dottorato di ricerca. Docente dal 2001 al Corso di perfezionamento sui Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Università degli Studi di Padova. Opere esposte: trittico di fotografie: “Lucy” – American Museum of natural history, New York, 2011; “Sulla spiaggia di Charlottenlund” Danimarca, 2007; “Luberon” Francia 2010
Maurizia Manfredi:
Maurizia Manfredi inizia a lavorare in arte a fine anni ’70. Seguono mostre personali e collettive nazionali ed internazionali. Partecipa a numerosi simposi artistici. Dedica dodici anni all’insegnamento della pittura. Opere esposte: “Creature alate” – tecnica mista su ecopelle; sculture “Creature di mare e terra-cotta”- terracotta, legno spiaggiato, ferro- 2012. Maurizia Manfredi con questa installazione mostra il percorso che l’ha condotta alla creazione e formazione delle opere, riferendosi ad alcuni brani di Ovidio.
Adolfina De Stefani:
Si laurea in architettura nel 1970 a Venezia. Ha insegnato al Liceo Artistico Amedeo Modigliani dal 1970 al 2000.
Attiva nel campo artistico già dalla seconda metà degli anni ’60 e coinvolta in svariati progetti e collaborazioni parallele, ama esplorare spazi e strutture come gallerie e archeologie industriali, musei e spazi aperti, soprattutto in contesti naturali, segnandoli con il suo inconfondibile segno artistico che spazia nei più diversi ambiti dell’arte contemporanea, dalla pittura alla performance, dal design all’architettura. Opera esposta: “ALICE’s game” 2011 installazione: monopattino, scarpina in pelle di animale con chiodi di acciaio, vestito stratificato di rete sintetica bianca con spilli di acciaio. cm 100x100x100. ALICE’s game è una installazione che tratta il tema universale di bellezza scevra di ogni malizia in un gioco di rimandi nei suoi più insondabili misteri. Le scarpe sono simbolo del cammino, delicate, aggressivamente pure; il vestitino “il liquido” di contrasto attraverso cui tastare il polso delle proprie emozioni, il monopattino il mezzo del cammino alla ricerca della bellezza interiore mettendo in relazione il nostro corpo con il mondo che vive ad un passo da noi.
Mara Ruzza:
Dal 1986 intraprende un percorso di ricerca incentrato sulla nozione di Tempo e su tematiche legate all’ambiente e alle sue trasformazioni. Sperimenta e approfondisce tecniche eterogenee spaziando dalla pittura al video, dalla fotografia alla scultura agli eventi di carattere installativo: Ruzza indaga con progetti, installazioni e performance – dal punto di vista tecnico, concettuale e poetico- il processo dell’opera – e i diversi stati raggiunti dalla materia nel suo svolgersi- altrettanti livelli di coscienza. Opere esposte: Pupe, 2012: Installazione: crisalidi in porcellana 1270°, filo a colaggio, cad. circa cm. 30X diam.20. Un filo di porcellana, delicato e sottile, duttile alla forma e resistente al contatto, fragile quanto lo possono essere i sogni e altrettanto prezioso si avvolge in anelli irregolari intorno ad un nucleo immaginario, a un vuoto pregno di significati allusivi. Crisalidi pietrificate che raccontano di mondi segreti, di meditazioni, di pensieri incubati come farfalle non ancora schiuse, di spirito condensato in materia, di presente che è già futuro.
Claudia Fabris:
Claudia Fabris progetta spazi, installazioni ed eventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la fotografia, gli abiti, la parola e il cibo in un percorso di ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi per sciogliere la linea di confine tra chi fa l’arte e chi la guarda. Opera esposta: Fabris realizza per VOGLIO ESSERE un’installazione site specific dal titolo: “Questo è il mio corpo. Prendetene e mangiatene tutti” ed esporrà anche alcune fotografie. Sarà inoltre protagonista della performance LA BAMBOLA organizzata per la vernice dell’8 marzo 2013 prevista per le ore 18.00 e di cui segue breve sinossi: “Due donne, un carillon, un nastro rosso di raso a legarle, immagine poetica di una bambola che sembra privata d’ogni volontà, in una spirale continua che essa stessa incarna e alimenta…ma il nastro finisce, la bambola rompe l’incantesimo, se ne va, e l’altra rimasta sola scopre, spogliandosi, il segreto nascosto sotto le gonne delle donne, una magia di piccole lucciole che salgono al Cielo sposandolo alla Terra. La bambola e lo spogliarsi, cliché di una femminilità impoverita, si trasformano trasfigurandosi in una piccola rivelazione poetica”.
Vanilla Ragana:
Diploma di maestro d’arte all’Istituto d’Arte P. Selvatico di Padova. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2007, attualmente insegna disegno e pittura presso lo I.O.V. (istituto oncologico veneto), a Padova. Dal 2007 lavora presso la Casa Circondariale del carcere Due Palazzi di Padova come docente di arteterapia, collabora con associazioni artistiche, dove tiene corsi di pittura e disegno. Dipinge quadri a olio e acquerelli, valendosi anche di personali studi fotografici, sviluppando tematiche prevalentemente riguardanti la donna di oggi. Opere esposte: due quadri aventi come tema specifico la donna e realizzati con il tratto distintivo dell’artista. La donna di Vanilla è raffigurata immersa nel suo mondo, come in un universo a sè stante, lontano, inspiegabile, inconoscibile nelle sue forme, nei suoi limiti, nelle sue risorse. Il suo universo è misterioso e seducente insieme, esaltante e capace di intimorire. le estremità ingigantite esprimono difesa e protezione, quasi un desiderio di ritornare nel grembo materno, dove tutto è amore tranquillità. La donna per Ragana è sempre sola, chiusa in se stessa, immersa in una riflessione interiore che induce alla meditazione. Tanto più sarà in contatto con se stessa, tanto più saranno limpide le sue percezioni.
Elena Candeo:
Diplomata in pittura presso l’Accademia di BB AA di venezia svolge attività di insegnante d’arte, pittrice, land artist, performer, set designer. Opere esposte: Tre ritratti: Bellissima, 2005, olio su tela, 18×24 cm; Germinal. 2012, olio ed acrilico su tela, 20×20 cm; Tulip, 2012, olio ed acrilico su tela, 20×20 cm. Luci ed ombre regolano l’armonia della bellezza della natura umana, che ora si piega ora oltrepassa senza fatica i confini dettati dai violenti schemi contemporanei, manifestando forza e dolcezza.
Linee scultoree penetrano sfuggenti sfaldamenti di masse cromatiche, dando vita ad una sinfonia di stili che restituiscono la bellezza paradossale del mondo che guardiamo.
Greta Bisandola:
Greta Bisandola nata nel 1976, vive e lavora a Padova. Esordisce come illustratrice per case editrici e agenzie pubblicitarie e si dedica in seguito alla pittura. E’ impegnata in attività didattiche presso l’associazione culturale Artelier di Padova e scuole medie. Dal 2006 partecipa a mostre personali e collettive, presso gallerie di Torino, Milano, Bassano del Grappa, Berlino, Brescia. Attualmente le sue gallerie di riferimento sono la Piccola Galleria di Bassano del Grappa (VI) e La galleria Davico di Torino. Opera esposta: “Paola”, Quadro olio su tela, 2012. L’asrtista parte da immagini che prendono via via la loro forma e strada. Bisandola cede ogni capacità introspettiva alla pittura, nel tentativo più che altro di rivelare un carattere.
L’incertezza è il terreno su cui si muove e su cui costruisce l’opera, attraverso una ricerca tecnica continua che spesso diventa anche deformazione e disgregazione, nel tentativo forse di liberarsi da sé, dei propri connotati e dei propri limiti.
Marta Czok:
Di origini polacche, Marta Czok è nata a Beirut (Libano) nel 1947. Trasferitasi con la famiglia a Londra ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa e America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese presso la Santa Sede a realizzare un’opera sul tema del Giubileo che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans. Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la seconda guerra mondiale. Marta Czok lavora concentrandosi in particolare sulla pittura e il disegno con un contenuto satirico e con attenzione alla società e alla storia contemporanea. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Opere esposte: “La testa” tecnica mista; “Gossip” acrilico, grafite, china su tela. In questi due quadri l’ironia di Marta Czok fa irruzione analizzando il mondo femminile tra passato e presente. Un passato in cui la moda costringeva le donne a sforzi disumani e un presente in cui risulta ancora molto difficile per una donna essere se stessa, al di là di ogni possibile stereotipo.
Federica Fontolan:
Nasce come grafico pubblicitario e lavora come creativa prima in Studioerre di Italo Rossi e poi come responsabile comunicazione presso il più importante GDO del vicentino. Dal 2004 è assistente artistica di Alberto Biasi, uno dei più importanti esponenti dell’arte programmata e cinetica italiana ed internazionale. Opere esposte: “IL FIORE DELLA VITA”2013 – misura totale dell’opera cm. 74x74x20 – acrilico su tela – Motore elettrico e sensore di movimento. Quest’opera cinetica fa parte del ciclo “Metamorfosi della tela”. Evoca il pulsare della vita, il femminino sacro come portale per entrare nella dimensione terrena.
La tela si muove, respira, si schiude sensibile ad ogni piccolo movimento interagendo con l’ambiente circostante.” “VOGLIO ESSERE” 2013 – misura totale dell’opera cm. 120x80x7 – acrilico e vinilico su tela. “Quest’opera fa parte del ciclo “Parole tra lo spazio e il silenzio” ispirato all’alfabeto Morse. Voglio Essere è il significato che i rilievi inseriti nella tela esprimono con giochi di luci ed ombre. Il colore nero, materico, è simbolo della parte femminile (come lo yin che si equilibra nell’eterno mutamento con lo yang), mentre l’aurea rosa- fluo esce ed espande il messaggio nell’ambiente circostante.”
Claudia Bortolato:
Diploma di Pittura presso Accademia di BB AA di Venezia; si occupa di visuals, fotografia, installazioni. Opere esposte: The golden shadow. Indagine sull’immagine fotografica attraverso una complessa stratificazione di superfici materiche e trasparenti; le silhouettes in controluce perdono tra le membrane di un’ambientazione viscerale le caratteristiche somatiche, divenendo pura espressività. Emergono istantanee dei moti dell’anima, che dominano l’ambiente circostante con una forza tribale. Le stampe sono realizzate su plexiglas e plastificate con tela di cotone grezzo. The Golden Shadow nasce dal desiderio di esaltare l’immagine artistica a contesto ambientale, parafrasandone il messaggio per renderlo accessibile e vivo. L’arte fotografica di Claudia Bortolato viene concepita site-specific, ovvero nel luogo e per il luogo in cui trova la sua destinazione.
Si tratta di una forma di documentazione attiva, in cui gli scatti fotografici aiutano lo spettatore ad acuire il proprio sguardo sulla realtà che lo circonda e che appartiene al luogo dell’esposizione.
Gruppo Cytric ( David Selovin e Arianna Ferrazin):
La molecola di Cytric è stata sintetizzata per la prima volta nel 2012 ed è composta da David Selovin (fotografia) e Arianna Ferrazin (body art). Grazie ad un basso pH è molto efficace nel dissolvere la persistenza dell’illusione chiamata “realtà” e potenziare l’immaginazione. Opera esposta: fotografia: David Selovin insert Body Art: Arianna Ferrazin. Immagine realizzata in collaborazione con SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) in occasione della campagna per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tecnica: Fotografia, Body Painting, Photoshop. Supporto: stampa su tela.