Redacted, di Brian De Palma
A quasi vent’anni di distanza da “Vittime di guerra” Brian De Palma torna a denunciare le brutture della guerra e la bestialità che essa sa tirare fuori da ogni essere umano.
Ispirato ad un fatto di cronaca ignorato e taciuto da tutti, “Redacted” racconta la vicenda di alcuni soldati americani che, durante la campagna in Iraq, nel 2006, abusarono di una ragazzina del posto, trucidandola poi insieme a tutta la sua famiglia.
La pellicola ha avuto un grande successo all’ultimo Festival di Berlino, dove è stata proiettata, senza però essere successivamente distribuita nelle sale.
De Palma si allontana dal registro pienamente hollywoodiano, preferendo una narrazione più moderata alle grandi e rocambolesche azioni del cinema d’oltreoceano.
A catturare l’attenzione e l’interesse dello spettatore è infatti la desolante consapevolezza dell’assenza di valori e principi nei protagonisti, che arrivano a giustificare perversamente la legittimità della loro azione, diventando più bestie che uomini.
De Palma, con grande impegno, è riuscito a recuperare una miriade di testimonianze e prove cancellate: documenti, foto, lettere ripulite (redacted, appunto) apposta per le pubblicazioni ufficiali. Il redacting che fa il regista è invece in senso opposto: recupera la verità e la sbatte in faccia a tutto il mondo, in tutta la sua crudeltà, e dando così voce alle tante vittime dimenticate, travolte da una guerra in una terra dove alcuni credono che tutto sia lecito.