Parlami d’amore, di Silvio Muccino
Silvio Muccino per il suo debutto come regista sceglie di portare sullo schermo “Parlami d’amore”, tratto dall’omonimo libro che lui stesso ha scritto insieme a Carla Vangelista e che ha avuto un grande successo – oltre 300mila copie vendute -.
Seguendo le orme del più famoso (almeno dietro la macchina da presa) Gabriele, suo fratello, Silvio dirige ed interpreta una storia che tenta di essere difficile, profonda e coinvolgente.
Tanti i temi toccati dal “fratello d’arte”: la tossicodipendenza, la difficoltà a trovare il proprio posto nel mondo, l’amore in tutte le sue manifestazioni, dalle più alte ed astratte alle più semplici ed immediate.
Ogni personaggio ha caratteri troppo definiti e netti, come nessun essere umano vero potrà mai avere; ad ogni strato sociale corrisponde una tipica caratterizzazione morale e comportamentale; in pratica ognuno agisce come ci si aspetta che reagisca, e questo non è verosimile. Perchè per fortuna le persone vere sanno ancora come stupire il prossimo senza seguire la corrente che la macchina da presa ha imposto loro.
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Io ho letto il libero e ho visto il film. Caso raro nell’aneddotica delle trasposizioni cinematografiche, il secondo è meglio del primo. Muccino è bravissimo nel sintetizzare i sentimenti. Sicuramente da vedere.