Libri: “L’invenzione della verità” di Bruno de Finetti
A più di dieci anni dalla morte dell’autore esce un suo vecchio ma importantissimo scritto: L’invenzione della verità, una riflessione articolata e interessantissima sulle origini della nostra percezione della realtà, e di come questo abbia influenzato le scienze esatte.
Bruno de Finetti è stato un importante matematico italiano, che ha pubblicato soprattutto nel campo della statistica. Questo scritto raccoglie, in particolare, alcune sue lucidissime riflessioni su come la nostra personale percezione della realtà influenzi profondamente, fin dai suoi fondamenti, le scelte che compiamo – anche quando pensiamo di seguire un metodo matematico, esatto.
In modo straordinariamente lungimirante, de Finetti fa notare come le nostre basi culturali abbiamo influenzato il modo di rappresentare astrattamente la realtà, quindi i principi geometrici e fisici sui quali abbiamo costruito poi modelli matematici e, di conseguenza, quelli statistici.
Ma non abbiamo davanti un matematico che comunica esclusivamente con i suoi colleghi: noi usiamo la statistica (per la precisione il calcolo delle probabilità) ogni giorno, nei momenti e per le occasioni più disparate: leggere questo libro significa anche imparare interpretare il nostro modo di agire in queste situazioni.
L’invenzione della verità è davvero un libro adatto a qualsiasi lettore, purché dotato di curiosità e di una mente aperta; strano infatti che non sia stata pubblicato finora, dato anche l’interesse e l’importanza che ha all’interno del panorama teorico costruito da de Finetti.
Fu l’autore stesso, come spiega la nipote nella bella Premessa, a lasciare il dattiloscritto chiuso in un cassetto dal 1934, dopo aver tentato (ma non vinto) un “Premio d’incoraggiamento” presso la Regia Accademia d’Italia.
L’invenzione della verità riemerge quindi oggi, documento intatto e stimolante per le intelligenze che vogliano cimentarcisi.
Bruno de Finetti
Raffaello Cortina Editore
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La matematica è vera soltanto perchè non dice nulla di sostanziale, perchè è puramente tautologica; dubitare di essa sarebbe assurdo non perchè vi sia nelle sue verità qualche virtù speciale, ma per il medesimo motivo per cui sarebbe ridicolo dubitare che gli astronomi abbiano sbagliato nello “scoprire” i nomi delle stelle.