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Libri: “Ricette immorali” di Manuel Vázquez Montalbán

Solo dalla penna di Manuel Vázquez Montalbán poteva uscire questo libro, forse la raccolta di ricette più piccante e divertente che sia mai stata scritta.

Qualunque intruglio, adeguatamente pensato e preparato può essere considerato una “ricetta immorale”, questo è evidente. La delicatezza dell’operazione di Montalbán sta invece nell’associare ad ogni ricetta, in cui lui ha riconosciuto un adeguato tasso di immoralità, la giusta coppia (o terzetto, quartetto e così via) di consumatori e l’ambiente adatto, cosicché il consumo del piatto possa portare in modo naturale alla migliore conclusione di un buon pasto.

Le proposte gastronomiche variano incredibilmente, come è giusto che sia: si passa dal pomodoro strusciato sul pane all’abalone alla salsa d’ostriche, dalle fave con la santoreggia a raffinatezze come l’Oreiller de la Belle Aurore, un pantagruelico pasticcio di carni diverse, profumato al pistacchio e tartufo, che richiede almeno 48 ore fra preparazione, marinatura e riposo.

Ad ogni piatto la sua circostanza, la coppia ideale: e naturalmente Montalbán non esclude tutto ciò che non è convenzionale, dalle coppie omosessuali alle mogli fedifraghe, in una ricerca dell’immoralità culinaria che è anche liberazione dalle costrizioni e dai cattivi pensieri.

Le proposte sono divise in quattro sezioni e ad ogni ricetta, minuziosamente descritta (per cuochi innamorati ma inesperti), segue un commento a volte esilarante; qui appunto si dettagliano le circostanze in cui la pietanza andrebbe consumata, ma troviamo anche elementi della filosofia del cibo di Montalbán – il quale, lo ricordiamo, oltre che scrittore era anche apprezzato gastronomo.

“Ricette immorali” è quindi un vademecum indispensabile per chi sia disposto a correre il rischio, ma anche un cannocchiale privilegiato per chi vuole limitarsi a immaginare che cosa può nascere da una combinazione accurata di letto e cucina – voyeurismo, come direbbe Montalbán, che è a sua volta un’immoralità.

Manuel Vázquez Montalbán

Ricette immorali

Feltrinelli, 1992

Non esiste pasto più nudo di un’aringa o di un’acciuga salata. Pasto invernale da entroterra, dove si sa apprezzare il pesce mummificato e rinato per opera e grazia dell’alchimia culinaria, pur rimanendo assai lontano dallo splendore di quanto si può cucinare a spese del baccalà, pesce due volte morto, re dei mari morti che resuscita nelle pentole con la forza di un Messia.

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