Lezione su “Caravaggio maledetto?” alla biblioteca comunale di Pisa
Proseguono alla biblioteca comunale di Pisa gli appuntamenti di approfondimento e riflessione sull’arte davanti a una sempre più affollata platea di astanti.
Il 17 Marzo si è svolta la terza lezione presentata e sviluppata, con un profondo acume critico, dal Dott. Emanuele Pellegrini che ha collaborato a importanti progetti per la Scuola Normale Superiore.
Il tema affrontato, durante questo penultimo incontro, è un quesito nodale per gli appassionati e gli studiosi del celebre pittore lombardo: Caravaggio maledetto?
La scelta del punto interrogativo si configura, già in prima battuta, come una spinta alla riflessione imparziale sulle vicende biografiche dell’artista.
L’intervento sviscera in profondità le tesi in supporto o in opposizione ad una visione romantica e, spesso romanzata, del temperamento irruento di Michelangelo Merisi partendo dalle fonti storiografiche.
Si scopre, così, che Caravaggio non era l’unico pittore ad essere accusato di omicidio, come ci ricordano i biografi intervenuti a difendere sia Giovanni Battista Paggi che Alessandro Tiarini, due artisti che si erano rifugiati a Pisa in seguito alla sanguinosità degli eventi violenti che avevano provocato nelle rispettive terre di origine.
Le dure accuse mosse nei secoli verso il famoso pittore lombardo, invece, non hanno mai conosciuto requie e forse sono state alimentate e rinvigorite dall’astio di coloro che invidiavano la celebrità di un artista, già esaltato in vita, per la straordinaria capacità di rendere l’essenza del vero.
Basti pensare alle diatribe sorte per l’acquisto delle sue opere, spesso “rifiutate” dalla chiesa, come accadde per la “Morte della Vergine” , e diventate fonte di un vero e proprio culto per i collezionisti che cercarono di accapararsi con ogni mezzo i già celebri dipinti.
Molti letterati, invece, si occuparono di descrivere nei loro componimenti la complessa personalità caravaggesca con sfumature cupe che, spesso, tendevano verso la diceria.
Ad esempio, Giulio Cesare Gigli, ne “La pittura trionfante” del 1615, parla de “…Gli occhi vivaci, sì, ma incaverniti…” riferendosi al maestro lombardo; mentre Vincenzo Carducci nei “Dialoghi della Pittura” del 1633, paragona Caravaggio all’ “anticristo” per la sua presunta capacità di indurre alla perdizione coloro che seguono la sua maniera.
Un giudizio negativo giunge anche dalle biografie delle vite dei pittori redatte da Giovanni Baglione nel 1642 e da Bellori nel 1672.
Il primo aveva già avuto divergenze in passato con Caravaggio e le sue affermazioni denigratorie sono dettate più dal livore che da una reale considerazione critica delle opere.
Il Bellori, invece, parte dalla limpidezza della pima maniera del pittore lombardo per poi descrivere il progressivo “intorbidamento” delle tele e giungere, quindi, ad una riflessione che lega indissolubilmente il temperamento al modo di dipingere in riferimento alle vicende biografiche.
Sarà poi merito del Prof. Roberto Longhi, celebre storico dell’arte novecentesco, se Caravaggio sarà sottratto dalla logica che lo indicava come un violento omicida e riletto con lo sguardo rivolto verso la straordinaria innovazione delle sue opere.
La considerazione del carattere burrascoso dell’artista, infatti, è testimoniato dalla mole di documenti, in gran parte genuini anche se non immuni da esagerazioni, depositati presso le cancellerie giudiziarie in seguito alle baruffe che videro come protagonista il pittore lombardo.
La presunta rissosità di Caravaggio ha chiaramente il suo innegabile fondo di verità ma necessita di una naturale contestualizzazione storica e biografica che non deve, in alcun modo, distogliere l’attenzione sui capolavori di questo “genio della sregolatezza”.
Il ciclo di incontri si chiude alla biblioteca comunale il prossimo 31 Marzo alle ore 18,00 con la lezione “Caravaggio e la natura morta” di E. Paliaga.
Si ringrazia il Dott. Emanuele Pellegrini per la gentile concessione di alcune delle immagini proiettate durante l’incontro di approfondimento.
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