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“La mostra impossibie” di Caravaggio al Palazzo Mediceo di Seravezza

Il sogno di ogni appassionato e studioso d’arte è senza dubbio quello di poter ammirare nello stesso tempo e nel medesimo luogo tutta la produzione di una grande artista di fama internazionale. Magari un artista da sempre amato e studiato per le sue opere ma anche per la sua vita avventurosa come Caravaggio. Questo sogno si concretizza visitando “La mostra impossibile di Caravaggio” (aperta dal 23 settembre al 6 novembre 2011) ospitata nel Palazzo mediceo del comune di Seravezza, in provincia di Lucca, piccolo paese racchiuso all’interno della cornice di un paesaggio montano che invita a dimenticare la frenesia della città.

La mostra è stata prodotta dalla Rai in collaborazione con la Fondazione Terre Medicee, Comune di Seravezza, La Nazione, Regione Toscana e Asl 12 Viareggio, nel contesto delle manifestazioni dedicate al Festival della Salute.
L’esposizione è costituita dalle riproduzioni digitali ad altissima risoluzione e a grandezza naturale di tutte le opere dell’artista, 63 in tutto, i cui originali sono divisi tra numerose città italiane e straniere e quindi impossibili da ammirare non solo con un’unica visita ma anche in un breve periodo di tempo.
Si tratta quindi di un viaggio virtuale, perfettamente in linea con l’epoca attuale in cui tutti i tipi di comunicazione avvengono attraverso il modo elettronico e digitale, mediante mezzi tecnici sempre più evoluti. La cultura nelle sue più diverse espressioni, dalla letteratura, alla musica e all’arte si serve di questi strumenti per aumentare la propria diffusione e la conoscenza di grandi capolavori spesso irraggiungibili per tanti.
Le potenzialità legate alla riproduzione sono veramente molteplici, naturalmente se si garantisce la qualità dei risultati che vengono ottenuti. La mostra di Caravaggio è riuscita a dimostrare il valore di questo progetto innovativo e diremmo audace; l’allestimento riesce a creare un’atmosfera di raccoglimento e di attenzione che porta il visitatore a concentrarsi sulle opere esposte e ad ammirarle come degne sostitute degli originali capolavori. A questo si aggiunge la possibilità di utilizzare audioguide durante il percorso espositivo; una sala è stata dedicata alla visione di documentari, film e dello sceneggiato dedicato recentemente dalla Rai alla vita e alle opere di Michelangelo Merisi. Indubbiamente originale e di qualità l’idea dell’esecuzione della “musica dipinta” di Caravaggio: si tratta di tre famosissime opere (La fuga in Egitto, L’amore vincitore e il Suonatore di liuto) in cui il pittore ha inserito, dipingendoli, degli spartiti musicali che per quest’occasione sono stati interpretati ed eseguiti e quindi ascoltati in una sala appositamente allestita per le riproduzioni di questi tre capolavori. E l’effetto desiderato è stato raggiunto. Inoltre pannelli illustrativi dedicati a documenti e brani tratti dalle cronache dell’epoca del pittore completano e arricchiscono la visita.
Pur nella consapevolezza di trovarsi di fronte a riproduzioni, sicuramente indubbia è l’emozione che proviene dall’intensità drammatica di dipinti come la Cena in Emmaus, la Decollazione del Battista, la Conversione di San Paolo e la Morte della Vergine, per fare solo qualche esempio.
Se la multimedialità non può certo sostituirsi al valore di ciò che è unico ed originale, è indubbio che può ottenere un risultato molto importante: creare consapevolezza della ricchezza culturale ed artistica del nostro Paese, suscitare la volontà di ammirare “dal vero” i capolavori che le possibilità dell’era digitale offrono alla conoscenza di tutti. Avvicinare a tutti la cultura e la bellezza dell’arte è un obiettivo molto importante, uno stimolo che fa diventare possibile anche ciò che sembra irrealizzabile: la mostra di Seravezza ha certamente contribuito a realizzarlo.

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