Festival di Venezia: ‘Thyssenkrupp blues’, la verità di un sopravvissuto
La tragedia della Thyssen raccontata attraverso gli occhi di un sopravvissuto. Venezia per un giorno smette i panni patinati del festival tutto divi e flash e incontra il dramma delle morti bianche. Questo il tema del documentario, nato quasi per caso, di Pietro Balla e Monica Repetto ‘Thyssenkrupp blues’, presentato ieri alla Mostra del Cinema. Lo stesso giorno in cui sono stati proiettati il film di Calopresti, sempre sulla Thyssen, e YuppiDu di Cementano. Il docu- film di Balla-Repetto racconta la storia di Carlo, 30 anni, operaio calabrese dell’azienda tedesca. Nell’aprile 2007 la Thyssen decide di smantellare lo stabilimento e a nulla valgono le proteste degli operai. Il 4 luglio Carlo annuncia alla sua amica Melita che a lui non resta che tornare in Calabria, per sopravvivere. Tristezza per una storia d’amore mancata, rassegnazione e senso di abbandono, fino a quando inaspettatamente, l’azienda non lo richiama, in autunno. Appena pochi mesi prima di quella maledetta notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, quando alla Thyssen di Torino scoppia l’inferno. 7 operai di turno bruciano vivi: Carlo quel giorno aveva fatto il pomeriggio, ma una telefonata all’alba lo avverte della tragedia. Niente più sarà come prima: la fabbrica chiude i battenti e Carlo fa di nuovo ritorno in Calabria.“Le riprese di questo film -hanno spiegato i due registi- sono iniziate nel maggio 2007 durante il casting per un documentario sulla vita quotidiana di operai. E’ in questo modo che abbiamo incontrato Carlo. Mai avremmo immaginato che la sua esistenza sarebbe stata violentata dalla morte. Improvvisamente -hanno aggiunto Balla e Repetto – la quotidianità di Carlo è stata però stravolta con la morte di 7 suoi colleghi. Questo tragico avvenimento, cambiando la vita di Carlo per sempre, ha cambiato per sempre anche il nostro film. Un film così non vorremmo raccontarlo mai più”. Il presidente della Repubblica Napolitano ha espresso “vivo apprezzamento per la sensibile scelta di dedicare, nell’ambito della 65esima Mostra del Cinema di Venezia, un momento di particolare attenzione al dramma delle morti sul lavoro, con le proiezioni speciali dei film ‘La fabbrica dei tedeschi’ di Mimmo Calopresti e ‘Thyssenkrupp Blues’ di Pietro Balla e Monica Repetto, che faranno seguito alla presentazione della edizione restaurata di ‘Yuppi Du’ di Adriano Cementano”. E il presidente della Biennale Baratta ha dichiarato, ringraziando il Capo dello Stato, che si trattava di un “dovere”per la Biennale e per la Mostra del Cinema di Venezia accogliere in cartellone i tre titoli sulle morti bianche”. “Che alcuni registi, uomini di spettacolo- ha continuato Baratta- abbiamo ritenuto di affrontare questo tema, fa onore innanzitutto a loro come fa onore a Marco Muller averli portati alla Mostra”.