Festival di Roma: risate e commozione per “Un americano a Roma” restaurato
Un classico della ‘romanità’ al Festival Internazionale del Film in corso nella capitale. È stata infatti presentata ieri la versione restaurata di ‘Un americano a Roma’ con Alberto Sordi, un attore che “ha rappresentato il romano in modo perfetto”. Parola di Paolo Bonolis. Il conduttore ha infatti presentato l’evento: “Sono cresciuto con i suoi film – ha aggiunto – e credo che tanti altri romani potrebbero dire lo stesso. Un romano è in grado di cogliere il succo e l’essenza di Alberto Sordi”.
Il restauro è stato realizzato in collaborazione tra Ripley’s Film, Centro Sperimentale di Cinematografia e Sky Cinema. La copia restaurata è stata proiettata ieri pomeriggio nella Sala Sinopoli dell’Autorium per il pubblico del Festival e andrà in onda il 31 ottobre, in prima serata, su Sky Cinema Classics e su Cinema Hd. “Per Sky è la 15esima pellicola restaurata – ha commentato il direttore di Sky Cinema, Nils Hartmann – e mi è sembrata la ‘morte sua’ portarlo alla Festa del Cinema di Roma”, ha scherzato Hartmann prendendo in prestito un’espressione romanesca.
Durante la presentazione, Bonolis ha ricordato alcuni incontri avuti con il grande attore. “Una volta venne ospite nella trasmissione ‘Peter Pan’ e una ragazzina gli chiese ‘ma tu perché non ti sei mai sposato?’ e lui rispose con tranquillità ‘ma che te frega!’”. Mentre “un’altra volta – ha raccontato ancora – festeggiavamo i 20 anni di Mediaset. Io e Mike Bongiorno conducevamo la serata e ad un certo punto salì sul palco anche Sordi. Io li lasciai soli e Mike azzardò un affronto al maestro: ‘Eh, Alberto, io e te abbiamo la stessa età, ma come mai io vado a fare jogging, a cavallo, faccio tanta attività e tu no?’. Lui aspettò due minuti poi rispose: ‘Lo so Mike, ma la vecchiaia è una brutta bestia. C’è a chi prende alle gambe e a chi prende alla testa’”.
Poi il ricordo più commovente: “Quando sono stato in Campidoglio – ha concluso Bonolis -per onorare la salma di questo ‘papa del cinismo’, mi commosse particolarmente uno striscione su cui era scritto: ‘A marche’, basta co’ ’sto cinismo, ariarzate’”.