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Alvin Superstar, di Tim Hill

Alvin Superstar

Devo ammettere che vedere i tre piccoli Chipmunks sul grande schermo è stata una grande emozione. Ricordavo con affetto quegli scoiattoli, creati nel 1958 dal geniale Ross Bagdasarian Sr, protagonisti negli anni Ottanta di uno dei miei cartoni animati preferiti, e vederli tornare alla ribalta, per giunta sul grande schermo, è stato davvero piacevole.

Complice l’animazione 3D che si fonde con la “live action”, Alvin, Simon e Theodore sono molto più reali rispetto al cartone animato, e la loro interazione con gli attori in carne ed ossa risulta molto più efficace.La trama forse non sarebbe originalissima, ma, quando in ballo ci sono tre scoiattoli che parlano e cantano anche, è difficile non riuscire a trovare tutto incredibile: Dave Neville (Jason Lee) è un musicista che tenta, con scarso successo, di sfondare nel mondo della musica come autore.Anche la vita sentimentale non è proprio al top, con la bella Claire che non vuole più saperne di lui.Quando Dave sta perdendo completamente le speranze (l’amico – per modo di dire – Ian Hawk, uomo d’affari della Jett Records l’ha appena stroncato) ecco che nella sua vita piombano i tre mini-combinaguai.Dopo una conoscenza poco amichevole, la combriccola capisce di avere un potenziale enorme: Dave sriverà le canzoni e Alvin e company le interpreteranno.Ma non è tutto oro quel che luccica, specie se a metterci lo zampino è uno come Ian – cattivo di turno, come in ogni commedia che si rispetti -Il lungometraggio parte come prodotto per i più piccoli, ma non per questo ne limita la visione ad un pubblico un po’ più grande. I genitori che saranno trascinati al cinema non hanno da preoccuparsi, passeranno due ore molto piacevoli.. e per tutti quelli come me, classe 1985, sarà come tornare ai tempi di Bim Bum Bam e vivere questa specie di “revival” in grande stile.

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