Alla deriva – Adrift, di Hans Horn
Presentato come il seguito del film Open Water, la pellicola di Hans Horn perde tutta la tensione e soprattutto il senso di ansia che il primo riusciva a trasmettere allo spettatore.
Qui un gruppo di ex compagni di college organizza una rimpatriata per una bella gita in barca a vela.
Dopo un inizio che ha molto dell’idillio, in cui si rammentano i bei ricordi, arriva la tragedia: sulla barca è rimasta solo la piccola Sara, neonata, e la barca non ha la scaletta per risalire. Il panico assale il gruppo di giovani e la situazione limite ha inizio.
Qui il mare è però una semplice cornice, non è protagonista come nell’altra pellicola. E’ solo il luogo in cui le rezioni dei personaggi si svolgono. E questo toglie alla pellicola molto del suo potenziale, riducendola all’icona del film horror in cui il classico grupo di ragazzi è minacciato da qualcuno o qualcosa che vuole ucciderli. Lo schema è lo stesso, tranne l’ambientazione: in questo caso non siamo in un bosco (tipica ambientazione horror) ma in mare aperto.