A time for dancing, di Peter Gilbert
Da qualche anno a questa parte è nato un filone cinematografico tutto all’insegna della danza: sono infatti tantissimi i titoli che si potrebbero citare, in cui la storia si coniuga con le note musicali di un balletto.
A partire da “Save the last dance”, che ha consacrato l’attrice Julia Stiles, passando per il meno famoso “Il ritmo del successo” del 2000, o il commerciale “Honey” con Jessica Alba, e ancora “The company”, anno 2003, regia di Robert Altman, e poi “Step Up”, che mette sul palcoscenico l’amore impossibile tra una giovane ballerina di danza classica e uno scavezzacollo con il ritmo nel sangue.
In questa pellicola, tratta da una storia vera, l’amore per le scarpette con la punta aiuta Jules, giovanissima promessa della danza ad affrontare il calvario del cancro. Insieme a lei l’inseparabile ed instancabile amica del cuore, Sam, ed una famiglia che non riesce ad accettare che la propria figlia se ne stia andando.
Nonostante le difficoltà, la chemioterapia e la paura, Jules si impegna a fondo, non rinuncia a sognare: vuole entrare alla Juillard School, prestigiosa scuola di New York, dove davvero potrà realizzare il suo sogno.
Decisamente toccante, anche se a volte cade un po’ nello scontato e nell’artefizio, “A time for dancing” ha avuto buone critiche, e soprattutto è stato apprezzato dal pubblico alla sua uscita nelle sale.