Teatro Arte Cuticchio: i pupi siciliani “sfrattati” dalla sede di Cefalù
Visitando la bella cittadina siciliana di Cefalù, oltre ad ammirare monumenti, opere d’arte, musei e paesaggio naturale, si può, ormai da moltissimo tempo, apprezzare lo spettacolo dei “pupi”. Storie semplici, basate su un canovaccio elementare, con molta improvvisazione e una buona dose di ironia. Protagoniste, le suggestive marionette dei “paladini” Orlando o Rinaldo, ma anche dei saraceni Rodomonte e Ferraù, e di alcune figure più propriamente comiche. Le scene di battaglia (il “fragore” delle spade dei pupi andrebbe sicuramente registrato tra i beni culturali “immateriali”), si alternano a fiabe, racconti amorosi o divertenti commedie degli equivoci, capaci di attirare l’attenzione dei bambini, ma anche degli adulti, che possono apprezzarne anche il valore storico e culturale. Ora, i pupi di Cefalù sono diventati protagonisti di una vicenda che ha avuto una considerevole eco anche nella stampa nazionale: la compagnia Teatro Arte Cuticchio dovrà entro la fine del mese abbandonare l’attuale sede, dove peraltro si è costituito un vero e proprio museo dedicato alle tipiche marionette siciliane.
Riassumiamo brevemente le tappe della vicenda, secondo quanto apparso in rete da diverse fonti. La Teatro Arte Cuticchio, storica compagnia di Cefalù formata dal nucleo familiare (Teresa, Franco, Girolamo, Giacomo), dopo essere stata per qualche tempo in alcuni locali in affitto, ebbe in concessione uno spazio moderno (comprendente, peraltro, alcune rovine storiche), destinato ad attività culturali, chiamato “Corte delle Stelle”. L’Amministrazione precedente concesse gli spazi attraverso un contratto di comodato gratuito; alla scadenza del contratto, questo non venne rinnovato, e, dopo una proroga, fu intimato ai Cuticchio di sgombrare i locali entro il 30 novembre 2003, ma senza esito. A quanto sembra, fu comunque stabilito un accordo per occupare ugualmente la sede, in cambio di spettacoli gratuiti; ma con l’arrivo dell’attuale Amministrazione è stato dato incarico ad un legale per sollecitare la liberazione della Corte, nonostante la famiglia abbia proposto di pagare un affitto di 1.000 euro mensili. Il Tribunale Civile di Cefalù ha poi ordinato alla famiglia Cuticchio di restituire l’immbobile entro il 31 gennaio 2009 e di pagare le spese di lite.
La vicenda ha dunque complessi risvolti legali e politici, e si presta a diverse chiavi di lettura (in alcuni siti locali ci sono addirittura dei sondaggi in corso); ci limitiamo ad una considerazione generale, condivisa peraltro anche da alcuni intellettuali e politici. Il “Teatro Arte” della famiglia Cuticchio, una delle ormai rarissime realtà locali a proporre gli ormai secolari spettacoli dei pupi siciliani, conservandone memorie, tecniche e tradizioni, è da intendersi senza ombra di dubbio patrimonio culturale; pertanto, la concessione gratuita di uno spazio pubblico (la Corte delle Stelle o un altro spazio), con opportuni accordi per la realizzazione di spettacoli, di un museo e di una scuola per tramandare la tradizione, appare del tutto giustificata. La particolarità e l’importanza di questa attività a diversi livelli (storico-culturale, ma anche turistico, ad esempio) giustifica l’impiego di risorse pubbliche: non è pensabile che un’attività di tal genere, che potrebbe in alcuni periodi non generare profitto, sia gestita solo a livello imprenditoriale, con rischio di fallimento o chiusura…
Comunque vada la vicenda, ci auguriamo che in questo caso, e in altri casi analoghi, prevalga il buon senso, con l’obiettivo principale della tutela della cultura e delle tradizioni, attraverso opportuni accordi e un’intelligente gestione delle risorse e degli spazi disponibili. Nella speranza di poter tornare a Cefalù, e goderci ancora i divertenti spettacoli dei pupi…