Firenze: la Madonna del Cardellino di Raffaello in mostra dopo il restauro
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Dopo dieci anni nel corso dei quali è stata sottoposta ad un delicatissimo intervento di restauro, la Madonna del Cardellino di Raffaello torna ad essere esposta. Ma prima di rientrare definitivamente alla Galleria degli Uffizi, sarà protagonista di un’esposizione dal titolo “L’amore, l’arte e la grazia – Raffaello: la Madonna del Cardellino restaurata”. La mostra, curata da Antonio Natali e Marco Ciatti, sarà ospitata dal 23 novembre prossimo fino al 1 marzo 2009 a Palazzo Medici-Riccardi. Oltre alla Madonna del Cardellino, saranno esposte solo quattro opere: la Gravida, ritratto attribuito a Raffaello nel periodo del suo soggiorno fiorentino, la Monaca, probabile opera di Ridolfo del Ghirlandaio, una tavola che copriva il ritratto, anch’essa ascrivibile a Ridolfo, e una terracotta invetriata di Girolamo della Robbia con la Madonna, il Bambino e san Giovannino (1510-1515).
IL PROGETTO DI RESTAURO
«Il delicato e difficile intervento di restauro sulla Madonna del Cardellino di Raffaello, compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, è stato supportato da una lunga fase iniziale di studio e da continue indagini scientifiche volte a chiarire quali fossero i materiali pittorici usati da Raffaello, quali da Ridolfo del Ghirlandaio, che verosimilmente ha restaurato l’opera gravemente danneggiata nel 1547, e le stratificazioni degli interventi successivi. La consistente massa di questi materiali nel tempo si è alterata al punto da nascondere completamente la policromia raffaellesca.
Sono stati impiegati tutti i possibili strumenti di conoscenza offerti dalle varie tecniche di indagine diagnostica: RX, TAC, Fluorescenzab UV, IR b/n, IR falso colore, Riflettografia IR, ecc, privilegiando quelli non invasivi con l’applicazione anche di tecniche innovative.
L’analisi ai raggi X ha permesso di vedere le fratture tra i pezzi, e i numerosi lunghi chiodi inseriti in occasione del primo restauro cinquecentesco per ricomporre la tavola che era andata in pezzi, mentre la riflettografia a raggi infrarossi ha individuato un disegno preliminare in scala 1:1. Le differenze rispetto all’opera ultimata nelle figure sono poche, molto più importanti sono quelle relative al paesaggio come il ponte a sinistra, che era del tutto inventato, e la torre insieme ad un edificio cilindrico sulla destra, che nell’opera si trasformano in uno spazio aperto. Altre piccole differenze riguardano la scollatura dell’abito della Madonna, che nel cartone era più morbida e non quadrata, e l’orecchio del San Giovanni Battista che risulta in posizione più alta rispetto a come verrà dipinto.
I risultati del progetto di conservazione sono duplici: da un lato hanno cercato di risanare gli elementi patologici, dall’altro hanno fatto si che gli straordinari valori espressivi del dipinto fossero correttamente fruibili.
La lunga e delicata fase di pulitura ha consentito il recupero della policromia raffaellesca ancora protetta dalla verniciatura stesa dall’artista. Anche il supporto ligneo è stato oggetto di un intervento di risanamento volto al consolidamento delle fratture che nel tempo si erano riaperte e al parziale miglioramento dell’andamento della superficie, segnata da una serie di deformazioni. La stuccatura delle lacune, il trattamento della superficie e la reintegrazione pittorica, hanno permesso di coniugare il miglioramento strutturale a quello di una corretta fruizione dei valori espressivi del dipinto.»
L’amore, l’arte e la grazia – Raffaello: la Madonna del Cardellino restaurata
23 novembre 2008 – 1 marzo 2009
Palazzo Medici Riccardi, via Cavour 3, Firenze
Orario: 9-19 ad esclusione del mercoledì
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sono rimasta incantata dalla grazia e veridicità dipinta che sembra fatta oggi