Santarcangelo 41. L’attore tra Monade e Coro
Dal prossimo 8 luglio torna l’ormai mitico Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo di Romagna (RN), la più “anziana” rassegna del genere in Emilia Romagna, giunta alla quarantunesima edizione. Diretto da Ermanna Montanari, il festival si accende sotto il segno dell’attore “ora scheletro e misura della scena, ora stonatura e margine dell’esistenza”.
Santarcangelo 41° Festival Internazionale del Teatro in Piazza conclude l’andamento triennale che, a partire dal 2009, ha visto avvicendarsi alla direzione artistica Chiara Guidi della Socìetas Raffaello Sanzio di Cesena, Enrico Casagrande del riminese Motus e che vede ora al lavoro Ermanna Montanari del Teatro delle Albe di Ravenna. Il triennio – che insieme ai tre direttori artistici vede all’opera il coordinamento critico-organizzativo composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini, Cristina Ventrucci – ha portato alla creazione di festival diversi tra loro per colore e temperatura, ma accomunati da istanze condivise, focalizzate principalmente nella reinvenzione dell’idea di teatro in piazza – vocazione originaria del festival – e dunque del rapporto del teatro con lo spettatore, e nel rafforzamento delle relazioni internazionali attraverso la presenza delle più significative esperienze di artisti stranieri insieme alle compagnie italiane. “Il Festival del Teatro in Piazza – afferma il presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri Mauro Morri, Sindaco di Santarcangelo – in questi quarant’anni, ha dato vita a una sfida continua, a un confronto anche acceso, in ogni caso, a sollecitazioni che hanno scongiurato chiusure intellettuali, torpori culturali, arretramenti sociali”.
In programma dall’8 al 17 luglio, Santarcangelo 41 svilupperà la propria ricerca sul paradosso della figura dell’attore, sulla sua irriducibilità: “L’attore, figura concreta del ‘fare-disfare-rifare’, ora scheletro e misura della scena, ora punto di crisi, stonatura, margine dell’esistenza, si fa carico di una continua trasformazione: per questo è un eretico, per questo il suo sapere è un sapere ‘politico’ ” afferma Ermanna Montanari, che continua: “L’attore non è niente di nuovo, non appaga la smania di novità, bensì ci trascina nella profondità della psiche. Attore è parola-baratro, che ci interroga prepotente, come il rigore anarchico della sua voce. Un ‘venir fuori’, un manifestarsi dell’essere nel suo pudore, nella sua indecifrabile sessualità”. Molti dei lavori che compongono il programma sono stati creati in relazione a questo punto di ricerca sull’attore e la sua trasmutazione. La natura di Santarcangelo 41 è una natura “corale”, e non solo per i cori occasionali, appositamente creati per Santarcangelo 41, che si manifesteranno nello spazio urbano, orizzonte “politico” di quella comunità cui il teatro allude dalle origini: corale lo è nel modo stesso in cui ha preso forma l’intero disegno in dialogo con gli artisti che vi partecipano. E nello stesso tempo questo festival presenta anche una chiara natura “verticale”: ai cori si alterneranno le monadi, figure-mondo di attori e attrici. Natura verticale resa evidente anche nel suo snodarsi ogni sera dai teatri alle piazze, ai balconi, alle grotte, ai giardini e agli anfratti inattesi, fino alla Sala Consiliare del Comune con la sua carica simbolica e la sua aura pubblica. Il festival si irradierà dagli interventi all’aperto di attrici-cantanti e musicisti, fino al “muezzin” della poesia (Mariangela Gualtieri) che dal punto più alto della città, la torre civica, canterà al crepuscolo i suoi “grazie” in versi.
Tra i cori che producono il bagliore di questo festival ve ne sono due con la potenza dell’onda: Eresia della felicità e Chiamata pubblica. Il primo è un “plotone” di duecento adolescenti provenienti da diverse città d’Italia e del mondo (Belgio, Senegal, Brasile, Stati Uniti), che si riuniranno allo Sferisterio per un laboratorio esplosivo, una creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij a cura del Teatro delle Albe. L’altro è un popolo di sedie donate al festival dai teatri italiani: “In un momento così difficile per le sorti della cultura del paese, abbiamo sentito la necessità di far vibrare la nostra voce oltre i confini chiusi dei teatri e di farlo con una chiamata pubblica; nel groviglio dei pensieri e nel tentativo di trovare un’idea capace di incarnare questa tensione, ci siamo imbattuti in una visione di forte bellezza: abbiamo immaginato la piazza centrale di Santarcangelo come una platea a cielo aperto composta da sedie provenienti dai teatri italiani”. All’appello lanciato dal festival sono già arrivate un centinaio di adesioni entusiaste.
Una chiamata plurale è stata rivolta alle compagnie che hanno segnato la direzione artistica triennale 2009/2011, Socìetas Raffaello Sanzio, Motus e lo stesso Teatro delle Albe, per festeggiare la chiusura del percorso condiviso: le tre realtà offrono un generoso dono al festival presentando i loro nuovi percorsi di ricerca (autoprodotti dalle compagnie stesse e da risorse indipendenti da quelle destinate a Santarcangelo 41).
Il programma completo sul sito del Santarcangelo Festival