“Copyright Italia. Brevetti/Marchi/Prodotti – 1948/1970” in mostra a Roma
Dal Secondo dopoguerra agli anni Settanta, passando per il “miracolo economico”, la mostra, ospitata dall’Archivio Centrale dello Stato (piazzale degli Archivi, 27 Roma), ripercorre (fino al prossimo 3 luglio) gli anni della ricostruzione e dello sviluppo economico e scientifico dell’Italia attraverso storie di persone e di imprese. Con un focus sulle scoperte destinate a rivoluzionare non solo quei decenni ma anche il nostro futuro.
Il 1948 e il 1970 sono anni che, nella memoria storica degli italiani, segnano i confini di un periodo di accadimenti eccezionali, cominciato alla fine del secondo conflitto mondiale con i giganteschi sforzi della ricostruzione e sfociato nel boom del cosiddetto “miracolo economico”. In questi anni ha preso forma la nazione come luogo di identità sociale e culturale attorno ai nuovi modelli della crescita e dello sviluppo economico, della diffusione della lingua della creazione di un’immagine unitaria del Paese. Ciò che colpisce di questi anni, visti nella prospettiva odierna, è la velocità delle trasformazioni, il ritmo della crescita, la profondità dei cambiamenti, tanto nelle strutture economiche, come nel corpo sociale, nella cultura, nel paesaggio e nel territorio, nella vita domestica e nei luoghi di lavoro. Insieme con l’eccezionalità dei traguardi raggiunti, l’intensità della modernizzazione, le luci di una felicità consumistica diffusa, prendono forma distorsioni inavvertite, ombre che si allungano fino al presente e che la mostra non tralascia di illustrare.
“Copyright Italia. Brevetti/Marchi/Prodotti – 1948/1970” intende offrire una visione di quegli anni complessa, ricca e vitale e mettere in risalto alcuni aspetti meno noti al grande pubblico, come la straordinaria creatività tecnico-scientifica che, anche attraverso una positiva interazione con l’industria, ottiene grandi risultati nella produzione di beni e servizi essenziali in un Paese moderno. Tutto questo attraverso l’esposizione di alcune grandi realizzazioni: dal polipropilene isotattico (1954) di Giulio Natta, che, oltre a valere a quest’ultimo il premio Nobel nel 1963, determina fondamentali innovazioni nella produzione di materiali sintetici e contribuisce a cambiare profondamente gli stili di vita degli italiani (si pensi agli oggetti in moplen), al calcolatore Elea 9003, prodotto dalla Olivetti nel 1959, uno dei più avanzati al mondo e tra i primi a utilizzare la tecnologia a transistor; dall’elettrotreno Etr 300 (1953), noto come “Il Settebello”, capace di raggiungere i 160 km/h, vero gioiello di tecnologia e design, ai distributori automatici di caffè di fabbricazione italiana, che fanno la loro prima comparsa nel 1962 alla Fiera di Milano.
La mostra si snoda attraverso un percorso incardinato sulle tre parole chiave del titolo, brevetti, marchi e prodotti, che corrispondono alle macroaree in cui sono rappresentati i contenuti.
Brevetto richiama l’idea di ricerca, creatività tecnico-scientifica e innovazione.
Marchio richiama l’idea di immagine, comunicazione e identità.
Prodotto rimanda alla dimensione sociale: aspetti produttivi e di mercato, consumi e stili di vita.
Le modalità espositive attingono a materiali e strumentazioni tradizionali (oggetti e documenti originali, pannelli con testi e immagini, audio e video), integrati con infografica, exhibit multimediali e interattivi e strutture luminose.
Il cuore del percorso espositivo è costituito da 14 oggetti-madre, ciascuno dei quali al centro di molteplici possibili racconti. Ispirandosi alla metafora del teatro anatomico, questi oggetti sono sezionati, spiegati, illustrati, a volte animati, illuminati o sonorizzati. Sono al centro di legami con altri oggetti e danno luogo a sottosezioni, a loro volta connesse fra loro (bolle più piccole).
Questi oggetti rappresentano il copyright italiano, frutto e cifra della ricerca, dell’intuizione e della capacità imprenditoriale, che hanno fatto da volano al made in Italy, concretizzatosi in un ampio repertorio di novità in tutti i comparti, dai trasporti alla misurazione del territorio, dal lavoro al tempo libero, dai nuovi consumi alla sfaccettata ricchezza dei modi di vestire, di fare sport, di scrivere, di mangiare, di muoversi. Con l’emergere e l’affermarsi della società nuova, si sviluppa l’attenzione per l’impatto esterno che l’immagine aziendale vuole dare di sé, di cui il marchio è soltanto il primo di un articolato insieme di elementi che ne definiscono i caratteri. Ed è proprio in quegli anni che la comunicazione diventa – soprattutto attraverso la televisione – un sottofondo continuo che accompagna, come un crescendo musicale, i modi dello sviluppo dell’Italia.
La mostra è promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità Tecnica di Missione per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per gli Archivi, e Archivio Centrale dello Stato.