4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, di Cristian Mungiu
Film duro e doloroso che tratta il delicatissimo tema dell’aborto, tema da sempre controverso e oggetto di discussione in tutti i paesi.
Il film è ambientato in Romania, Ceausescu è al potere e l’aborto procurato è un reato. Nonostante ciò la giovane studentessa Gabjta, come tante altre donne, decide di ricorrere all’interruzione di gravidanza affittando una stanza d’albergo, con l’assistenza di un medico e il supporto dell’amica Otilia, anche lei studentessa.
Otilia sostiene l’amica in questo momento difficile e doloroso, partecipa al suo dolore come se lei stessa lo stesse vivendo, e questa esperienza le apre gli occhi sulla fragilità della condizione umana, devastandola nell’anima.
La pellicola è parte integrante del progetto “Tales from the Golden Age”. Si tratta di un insieme di film che, attraverso le storie private di tanti personaggi “qualunque”, cercano di ricostruire il clima dell’ultimo periodo del comunismo, quello che ne precede di poco la caduta.
Il film di Munciu va però ben oltre il dramma della dittatura e dell’aborto illegale nel regime di Ceausescu, perchè l’aborto è comunque e in ogni caso un dramma e un dilemma universale, che va oltre le frontiere e le legislazioni; mette di fronte ad una scelta tremenda ogni donna, ad ogni latitudine e in ogni emisfero. Un dramma della storia universale raccontato attraverso una storia particolare che commuove e fa riflettere, lasciando lo spettatore muto di fronte alla consapevolezza di Otilia sul vuoto che le sta intorno, della sua solitudine che la fa sentire inerme come quel feto, fragile ed indifeso come tutta l’umanità.