Libri: “Il sonaglio” di Andrea Camilleri
Un’altra favola metamorfica nella produzione del romanziere siciliano: caprette, un nuotatore straordinario e un’affascinante marchesina ne sono lo sfondo bucolico.
Mentre in Maruzza Musumeci Gnazio Manisco era un bracciante che ha paura del mare e finisce per sposare una sirena, Giurlà Savatteri, protagonista del Sonaglio, è un piccolo Colapesce, nuotatore incredibile, che finisce a fare la guardia alle capre e ad amare di più il silenzio della montagna del rumore del mare.
Il racconto di Camilleri comincia da un episodio marginale, lontano dal corso principale del romanzo: nell’ottobre 1901 una strana malattia si diffonde nelle miniere di Alagona e ne uccide tutti i giovanissimi lavoratori. Giurlà non è fra i ragazzini che vengono rapidamente reclutati per riempire i vuoti, viene assoldato invece per fare il guardiano di capre.
Nell’atmosfera rarefatta della montagna si costruisce un curioso amore bucolico: Camilleri delinea con delicatezza il rapporto sempre più stretto fra il capraro e la sua diletta, il gioco dei loro sentimenti. Come Maruzza Musumeci riecheggiava le sirene di D’Arrigo, Il sonaglio ricorda forse La pietra lunare di Landolfi, spingendosi ancora più in là: rispetto all’incipit dolorosamente concreto la narrazione scivola dolcemente e senza ritorno nella fiaba, che si corona nel più tradizionale dei modi.
La realtà storica della Sicilia e il mondo dell’immaginario si mescolano in questo piccolo romanzo dalla musicalità trascinante, ma la fantasia vince decisamente sulla realtà, ci culla e ci trascina nel suo mondo dove tutto è possibile.
Andrea Camilleri
Sellerio editore, 2009