25esimo cinepanettone alla svolta: non più amanti ma padri e figli
“Una svolta necessaria: non più amanti e corna, ma padri e figli”. Sul set a Rio de Janeiro, il regista Neri Parenti svela i segreti del 25° cine-panettone della Filmauro, ‘Natale a Rio’, con protagonisti Christian De Sica, Michelle Hunziker, Fabio De Luigi, Massimo Ghini, Ludovico Fremont ed Emanuele Propizio.
Prodotto da Aurelio De Laurentiis e il figlio Luigi con un budget tra i 10 e i 12 milioni di euro (di cui circa 3 per la promozione), in lavorazione a Rio fino al 17 ottobre e nelle nostre sale dal 19 dicembre, il nuovo film di Natale, per tradizione incontrastato campione di incassi, sarà per Parenti “a metà strada tra ‘Harry ti presento Sally’ e i ‘Blues Brothers’, una correzione di soggetto rispetto ai precedenti, ma non è che abbiamo fatto ‘Gomorra’… Ci saranno sempre gag e risate, senza corna: al centro il rapporto padre-figlio, ovvero De Sica-Fremont e Ghini-Propizio. Non ho avuto problemi a ricreare il linguaggio di questi ragazzi, sempre più globalizzato grazie a chat e sms: mi sono guardato in casa”.
Due gli episodi, intrecciati, di ‘Natale a Rio’, nel primo, un fortuito e ignaro scambio di vacanza: ai figli andrà il pacchetto extra-lusso prenotato dai padri, con fuoriserie e ville da sogno; ai padri, viceversa, toccherà una comica odissea low cost, tra ostelli pulciosi, macinini e favelas; nel secondo, il triangolo tra i giornalisti Hunziker, De Luigi e Paolo Conticini (altro aficionado dei cinepanettoni) in villeggiatura a Rio. “La scelta del Brasile -spiega Parenti- è nata, come d’abitudine, dopo quella del soggetto, successivamente adattato su misura a quello che oggi è Rio: una meta up-to-date, easy e cool, ovvero la location perfetta per il film di Natale”. Sulla stessa lunghezza d’onda il giovane produttore Luigi De Laurentiis, al quinto cinepanettone: “Il Brasile è caldo, trendy, pieno di musica e colori: un paese in forte ascesa, amatissimo dagli italiani, che continuiamo a far viaggiare: dall’India a Miami, dalla crociera dell’anno scorso a New York, e ora Rio”.
“Alla base di tutto rimane il divertimento”, dice ancora il regista, che rivela come “Aurelio (De Laurentiis, ndr) fosse inizialmente poco incline a questa svolta, ma noi (Parenti e i co-sceneggiatori Alessandro Bencivenni, Marco Martani e Domenico Saverni, ndr) non ne potevamo più delle amanti di De Sica, e del resto la mancanza di Boldi aveva già rotto gli equilibri. Ma non temete, sia per i padri che i figli Rio significa la stessa cosa: belle donne…”. Da ultimo, Parenti non attribuisce valore politico all’eterna spaccatura tra detrattori ed estimatori del cinepanettone, che dal 1983 è un appuntamento fisso per oltre 5 milioni e mezzo di italiani: “Se un film non è di denuncia, non ha colore politico. Certo, i politici di destra sono più vicini al nostro immaginario, perché più danarosi e impacciati, ma, accanto a Gasparri, Mastella e i figli di Alemanno, tra i nostri fan ci sono anche Diliberto, Rizzo e Capezzone”.
Anche Christian De Sica, altro campione di cinepanettoni che in 25 anni non ne ha mancato uno, sottolinea la svolta. “Sono stato bamboccione, cascamorto e fedifrago, ora divento papà, un genitore a cui un figlio più di bonadonna di lui lo mette in quel posto…” dice De Sica che nel film veste i panni del “classico padre misogino, rozzo, ignorante e analfabeta, un palazzinaro romano in trasferta godereccia a Rio”.